Discorsi

Parole del presidente della Repubblica di Cuba, Fidel Castro Ruz, in occasione del ricevimento dell’ex presidente statunitense James Carter, nell’Aeroporto Internazionale "José Martí", il 12 maggio 2002

Data: 

12/05/2002

Eccellentissimo Signore James Carter, ex presidente degli Stati Uniti,

Distinta Signora Rosalynn Carter e distinti membri del scelto gruppo di amici che vi accompagnano,

Oggi diventano realtà i sinceri desideri che Lei visitasse Cuba, che in più di una occasione Le espressi nei brevi incontri che sostenemmo all’estero.

Entrambi abbiamo condiviso, nello stesso lasso di tempo, la responsabilità di dirigere i destini dei nostri paesi. Lei in un’immensa e potente nazione; io in una piccola isola a 90 miglia del Suo paese.

Non è un secreto per nessuno che durante quasi mezzo secolo i rapporti tra i due Stati non sono stati ottimi e continuano a non esserlo.

Tuttavia, desidero dare atto che nei quattro anni della sua Presidenza, Lei ebbe il coraggio di realizzare sforzi per cambiare il corso di quei rapporti. Perciò il Suo nome e rispettato da tutti quanti ne fummo testimoni.

Una prova palpabile che dimostra che quel proposito non fu inutile, e che malgrado le difficoltà, le incomprensioni e i disaccordi all’apparenza insuperabili, durante i Suoi quattro anni di governo ebbero luogo, tra altri, tre fatti importanti: si aprirono gli Uffici di Interessi a Washington e all’Avana; si delimitarono le frontiere marittime tra Cuba, il Messico e gli Stati Uniti; e fu riconosciuto il diritto dei cittadini statunitensi di viaggiare a Cuba, il che, purtroppo, fu di nuovo sospeso da altri.

Forse alcuni penseranno che il nostro invito a visitare il nostro paese risponde a un’astuta manovra o a un meschino interesse politico. Con tutta sincerità dico che si tratta di un meritato riconoscimento al suo atteggiamento come Presidente degli Stati Uniti nei confronti di Cuba, e alla sua storia ulteriore come personalità di riconosciuto prestigio internazionale, dedicato a lottare per ridurre, mitigare o creare coscienza su alcune delle tante tragedie che oggi soffre l’umanità, cercando sempre le possibilità di pace e d’intesa tra i popoli.

Colui che in tempi della guerra fredda e dalle profondità di un mare di preconcetti, disinformazione e sfiducia, da una parte e dall’altra, fu capace di tentare un miglioramento dei rapporti tra entrambi i paesi, merita rispetto.

I cubani, una delle cui migliori virtù è il disinteresse, ammirano e rispettano il coraggio e fanno sua qualunque causa giusta.

Il nostro paese La accoglierà e accoglierà la Sua delegazione con la più sincera ospitalità di cui è capace. Le farà vedere con modestia la sua opera umana e sociale. Le faciliterà la comunicazione con il nostro popolo, perché Lei esprima tutto ciò che vorrà, non importa se saremo o meno d’accordo con tutto o parte di quanto esprimerà. Avrà accesso libero a tutti i luoghi che vorrà vedere, e non ci sentiremo per niente offesi dagli incontri che Lei voglia avere, persino con coloro che non condividono le nostre lotte.

Sebbene è previsto nel programma convenuto un incontro con i nostri scienziati nel Centro d’Ingegneria Genetica e Biotecnologia, se Le interessa e così lo desidera avrà accesso libero e totale, con il personale specializzato che Lei scelga, a questo e a qualunque altro dei nostri più prestigiosi centri di ricerca scientifica, alcuni dei quali sono stati di recente accusati, pochi giorni prima della Sua visita, di produrre armi biologiche.

Siamo un popolo patriottico e degno, che non accetterà mai imposizioni né minacce da nessuno; però è amico sincero del popolo degli Stati Uniti, e, soprattutto, di tutti gli statunitensi buoni, che sono molti, e ogni volta ne scopriamo di più.

Le diamo il benvenuto con calda e sincera amicizia, esprimendoLe che il nostro principale desiderio è che la Sua visita a Cuba non possa essere utilizzata da nessuno per mettere in dubbio il Suo patriottismo, diminuire i Suoi meriti o per danneggiare l’aiuto che la Sua Fondazione offre a tante persone povere, bisognose e abbandonate che esistono oggi nel mondo.

Tante grazie!Oggi diventano realtà i sinceri desideri che Lei visitasse Cuba, che in più di una occasione Le espressi nei brevi incontri che sostenemmo all’estero.

Entrambi abbiamo condiviso, nello stesso lasso di tempo, la responsabilità di dirigere i destini dei nostri paesi. Lei in un’immensa e potente nazione; io in una piccola isola a 90 miglia del Suo paese.

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